Lombardia
LOMBARDIA
La viticoltura si svolge al 41 % in montagna, 47 % in pianura e 12% in collina.
5 DOCG – 23 DOC
VALTELLINA
E’ l’essenza della viticoltura montana della regione. Clima continentale con carattere alpino. Grosse escursioni termiche .
Suolo di origine morenica e alluvionale
La breva, brezza proveniente dal lago di Como spira da tarda primavera per tutta l'estate e convoglia correnti d'aria tiepida che favoriscono l'impollinazione e asciugano terreno e piante.
Vitigno principale è il CHIAVENNASCA , un biotipo di nebbiolo
Ci sono due DOCG : Valetellina superiore e Sforzato
VALTELLINA SUPERIORE DOCG
Fa riferimento ai vigneti meglio esposti e soleggiati dell’area compresa tra il Comune di Buglio in Monte e quello di Tirano, con 215 ettari vitati e una produzione massima di 8 tonnellate/ettaro.
Il vino prodotto qui seguendo un Disciplinare rigoroso è un rosso da importanti invecchiamenti, austero, asciutto e giustamente tannico, ma vellutato. Il grado alcolico minimo al consumo è del 12% con un periodo minimo di affinamento di 24 mesi, di cui almeno 12 in botti di rovere. In particolari annate, con 36 mesi di invecchiamento è consentita la qualifica “Riserva”.
Il Valtellina Superiore DOCG può avere anche le denominazioni di 5 sottozone: Maroggia, Sassella, Grumello, Inferno e Valgella. Sassella è quella piu’ storica e da ricordare.
I vini che nascono in queste sottozone, utili per collocare geograficamente le diverse aree di produzione risalendo la valle da ovest a est, possiedono sostanzialmente caratteristiche peculiari e omogenee che fanno del Valtellina Superiore una delle espressioni più autentiche del territorio valtellinese.
La menzione superiore solo in questo caso è riferito alla quota altimetrica dei vigneti di provenienza e non come al solito alla percentuale di alcool in volume.
SFORZATO DI VALTELLINA DOCG
Primo passito Rosso secco DOCG ( 2003 )
Vitigno chiavennasca . Min 90%
Appassimento delle uve dopo la raccolta per almeno tre mesi su graticci
Affinamento minimo venti mesi di cui dodici in botti di legno.
FRANCIACORTA DOCG
La storia della Franciacorta è stata fortemente caratterizzata dalla presenza di grandi enti monastici che qui avevano, già prima del Mille, grandi possedimenti e che fecero una grande opera di dissodamento, bonifica e coltivazione del territorio.
Erano terre esentate da alcune imposte fiscali ( francae curtes) .
Oggi Franciacorta è la testimonianza di un processo di rinascita viticola avvenuta tra gli anni ’70 e gli anni ’90. L’attuale disciplinare impone forme di allevamento a spalliera, con potatura a guyot o cordone speronato, e una densità minima di 4.500 piante per ettaro.
Clima continentale temperato con ventilazione costante . Terreno di origine morenica con depositi alluvionali.
SOLO ED ESCLUSIVAMENTE METODO CLASSICO
Vitigni ammessi:
• Lo Chardonnay, varietà a bacca bianca molto pregiata, è ormai coltivato in Franciacorta da alcuni decenni e attualmente occupa oltre 2.000 ettari di terreni a vigneto che corrispondono a circa l’80% della superficie totale.
Lo Chardonnay è impiegato soprattutto nella produzione di vini-base del Franciacorta DOCG e solo in minor misura in quella del vino fermo Curtefranca Bianco.
• Il Pinot Nero è il secondo vitigno per diffusione in Franciacorta e occupa circa il 15% della superficie totale.
Questo vitigno, la cui culla è la Borgogna, ha una variabilità comportamentale che lo porta a volte a interagire in modo imprevedibile con l’ambiente in cui è impiantato ma può dare grandi risultati sia vinificato in rosso che spumantizzato.
E’ impiegato soprattutto nei Millesimati e nelle Riserve del Franciacorta DOCG, ai quali offre struttura e longevità; è inoltre un componente indispensabile per le cuvée del Franciacorta Rosé, nelle quali deve rappresentare almeno il 25%.
• Il Pinot Bianco è il terzo vitigno del Franciacorta, di derivazione francese e appartenente alla grande famiglia dei Pinot.
Occupa ormai circa il 5% della superficie totale. non è utilizzato in purezza né nella produzione dei vini-base del Franciacorta né dei vini fermi Curtefranca Bianco ma è usato nelle cuvée in percentuale massima del 50%. Il vino ha un corpo pieno ed elegante, buona acidità fissa, il suo profumo ricorda la crosta di pane appena sfornato e, dopo evoluzione, intensi sentori ammandorlati.
• L’ Erbamat è un vitigno autoctono inserito per mitigare gli effetti del cambiamento climatico apportando acidità.
Con l’entrata in vigore del nuovo disciplinare a partire dal 1 Agosto 2017, l’Erbamat è stato inserito nella base ampelografica del Franciacorta e del Franciacorta Rosé in misura facoltativa di massimo il 10%.
Quindi, ricapitolando :
Uvaggio
Chardonnay e/o Pinot Nero. Pinot Bianco fino ad un massimo del 50%, Erbamat nella misura massima del 10%.
Caratteristiche
Rifermentazione in bottiglia per minimo 18 mesi di affinamento sui lieviti; elaborazione e maturazione per almeno 25 mesi dalla vendemmia. Pressione in bottiglia tra le 5 e le 6 atmosfere.
Note gustative
Giallo paglierino con riflessi dorati, perlage fine e persistente, bouquet caratteristico della fermentazione in bottiglia, sentori di crosta di pane e di lievito arricchiti da delicate note di agrumi e di frutta secca (mandorla, nocciola, fichi secchi). Sapido, fresco, fine e armonico.
Dosaggi
Pas Dosé, Extra Brut, Brut, Extra Dry, Sec o Dry, Demi-Sec.
FRANCIACORTA SATEN
Chardonnay (prevalenti) e Pinot Bianco fino a un massimo del 50%.
La morbidezza gustativa è data da un'accurata selezione dei vini base e dalla minore pressione in bottiglia, sotto le 5 atmosfere. Si produce esclusivamente nella tipologia Brut.
ROSE’ - MILLESIMATO - RISERVA
Esiste poi versione rose’ con pinot noir ( min. 35%) , una versione millesimata con vino base proveniente da unica annata ( affinamenti piu’ lunghi) e RISERVA con minimo 5 anni e mezzo dalla vendemmia .
Nella zona viene prodotto anche il CURTEFRANCA DOC ( bianco e rosso) . E’ un vino fermo ottenuto da chardonnay nel bianco e cabernet franc/carmenere nel rosso in blend con merlot e cabernet sauvignon.
MOSCATO DI SCANZO DOCG
Vino di grande pregio, è un Moscato passito a bacca rossa, ottenuto dall’omonimo vitigno coltivato esclusivamente nel comune di Scanzorosciate, nella provincia di Bergamo.
Vendemmia: fine di settembre/metà di ottobre.
Appassimento: minimo di 21 giorni su graticci oppure in apposite cassette in ambienti ventilati.
Affinamento: minimo 24 mesi in vasche d’acciaio a cui fa seguito una lunga conservazione in bottiglia.
Colore rosso rubino carico, complesso all’olfatto, dal sentore di prugna, confettura, rosa canina, marasca, salvia e sottobosco.
Già da giovane presenta note terziarie come tabacco e cioccolato che si evolvono e si amplificano con l’invecchiamento. Dal gusto equilibrato ed elegante, moderatamente dolce. Morbido, vellutato, corposo con un’incredibile persistenza.
OLTREPO’ PAVESE DOCG
Esclusivamente metodo classico. grande importanza del Pinot noir
Caratteristiche: mediamente di colore paglierino cristallino e, nella tipologia rosè, di colore rosato più o meno intenso; bouquet ampio e persistente; al palato sapido, di buona struttura, fresco e armonico; spuma fine e persistente.
Pinot nero per almeno il 70%,
Chardonnay, Pinot grigio e Pinot bianco massimo il 30% Affinamento sui lieviti: minimo 15 mesi (24 mesi per il Millesimato)
Nella tipologia rose’ viene nominato CRUASE’.
ZONA DEL GARDA
Cuore dell’area è la Valtènesi, dalla storica vocazione vitivinicola. Il territorio nel quale si producono i vini della doc Garda Classico risale a formazioni geologiche molto diverse, e gode di un microclima particolarmente mite, regolato dalle acque del lago e da una buona ventilazione.
GARDA CLASSICO DOC BIANCO : riesling italico, riesling renano
GARDA CLASSICO DOC ROSSO : Groppello e marzemino
GARDA CLASSICO DOC CHIARETTO : uve groppello min. 30%
Degna di menzione la LUGANA DOC, doc interregionale tra Lombardia e Veneto.
Uve Turbiana : Nella Lugana il microclima è una “culla climatica” perfetta per valorizzare le peculiarità di un’uva particolare come la Turbiana.
Parente stretto del Trebbiano di Soave, è stata per lungo tempo apparentato con il Verdicchio dei Castelli di Jesi.
È in grado di esprimersi con versatilità sia nelle versioni classiche in bianco che nelle vendemmie tardive o in quelle spumantizzate.
Il palato è sorretto da un’acidità viva e da una sapidità di matrice minerale che vira in profumi più evoluti e complessi, con note di pietra focaia e sentori balsamici, con una potenzialità evolutiva che può tranquillamente dipanarsi lungo una decina d’anni.

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